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CARTA DA DECOUPAGE

Esistono moltissimi tipi di carta, dalla più leggera ed impalpabile, come la Carta-Velo e il tovagliolino (sì, proprio il tovagliolo decorato che si usa a tavola!), sino alla più pesante e robusta, che quasi sconfina nel cartone. Ovvio, dunque, che si debba gestire ogni tipologia nel modo appropriato. Di norma, nei negozi specializzati e di Belle Arti si trovano fogli o rotoli di carta da decoupage già pronti all'uso, e così pure insieme con le riviste specializzate che si trovano in edicola. C'è da aggiungere, però che non tutte le carte sono uguali! Nel senso che...

§ Preparazione dei Ritagli  

...La carta da decoupage è in effetti pronta all’uso ma talvolta è ricoperta da una patina cerosa, che la rende rilucente alla vista e liscia al tatto, quasi come le pagine dei rotocalchi. Se questa patinatura industriale è assente, la carta risulterà opaca, leggermente porosa e più duttile sotto la pressione delle dita. In ogni caso, dopo il ritaglio, è buona abitudine immergere per qualche secondo le figure di carta patinata (non quella delle riviste, per carità!) in una ciotola o una fondina da minestra piena d’acqua fredda o tiepida, proprio al fine di eliminare la patinatura industriale. Quando i ritagli tenderanno a cadere in fondo alla ciotola e assumeranno una tonalità leggermente più scura, dovranno essere ripescati con molta attenzione, distesi e tamponati fra due strati abbondanti di carta assorbente da cucina. Fateci caso, adesso sono un po' più porosi ed elastici al tatto, anche se assai più delicati, ed è certo che prenderanno meglio la colla, dispiegandosi sull'oggetto, anche se convesso o concavo, facendo meno grinze. E, nel caso in cui si formassero per via dell'irregolarità del supporto, sarà nostra cura praticare dei taglietti nel nostro ritaglio per consentirgli di assumere la forma voluta... tagli che, in ambiente sartoriale, si chiamano “cugni”. Grazie ad essi, la figura assumerà una forma leggermente concava o convessa, a seconda del supporto, e sarà senz'altro più facile incollarla.

 

Se il ritaglio fosse particolarmente esteso e complesso, perciò suddiviso in aree traforate come un pizzo, allora sarà opportuno sostituire il bagno d'acqua con una spugnatura, cioè bagnarlo bene - senza inzupparlo - per mezzo di una spugna morbida, tamponandolo infine con della carta assorbente senza maneggiarlo troppo.

 

Attenzione, SOLTANTO la normale carta da decoupage va bagnata preventivamente con acqua: non così la carta velo, la carta di riso, il tovagliolo o anche le fotocopie al laser!

§ Ritagliare o strappare?  

Sebbene, per l'ordine cronologico, questo paragrafo dovesse essere anteposto al precedente, il discorso sul trattamento della patinatura lo ha relegato in subordine, malgrado sia forse il più rilevante dal punto di vista tecnico: infatti, data la grande varietà di carte a disposizione, come regolarsi con il ritaglio dei soggetti decorativi?
Pur non essendoci regole ferree, si può senz'altro affermare che le carte di media e forte grammatura devono essere ritagliate con le forbici, perlopiù dritte e affilate, o anche con un paio di forbicine a molla (funzionano come certe tenaglie per la manicure), se non addirittura con un cutter affilato sopra un tappetino autorigenerante (per un lavoro assolutamente accurato). Invece, nel caso di grammature leggere o leggerissime, come appunto la Carta di Riso, la carta assorbente decorata, i tovagliolini di carta, la Carta-Velo, eccetera, normalmente è più indicato usare le dita per strappare con attenzione a poca distanza dai margini della figura, fra i tre e i cinque millimetri tutto intorno. Mentre la carta di riso e la carta-velo sono facili da lavorare, i tovagliolini di carta decorata sono multistrato, cioè composti da più veli. È importante sapere che, per evitare disastri assortiti, è meglio ritagliarli ancora uniti assieme e dividerli a cose fatte.

 

Avete paura di strappare anche parti della figura? Il timore è legittimo MA esiste un piccolo trucco per far sì che strappiate solo dove vi serve: procuratevi un pennellino sottilissimo, tipo quelli a stilo per la calligrafia o per truccarsi con l'eye-liner, e dopo averlo intinto appena nell'acqua (altrimenti scaricatene l'eccesso passandolo su un foglio di carta assorbente) passatelo lungo il profilo della figura, a circa 5 mm dal bordo della decorazione, avendo cura di non far scendere troppa acqua. Lavorando rapidamente e con delicatezza, scontornate la figura completamente e vedrete che, quando strapperete, la carta si spezzerà esattamente dove avete passato il pennello. Se una zona si è bagnata troppo e l'acqua ha invaso la figura, potete asciugarla con un phon e ripetere l'operazione oppure, con una certa attenzione, tagliare con le forbicine quel punto, terminare il lavoro, poi attendere che il ritaglio si asciughi e con le unghie strappare e “rovinare” il taglio troppo preciso. Soltanto a questo punto, si possono dividere i veli del tovagliolo/salvietta.

 

Perché strappare invece di ritagliare? In realtà, lo si preferisce per un fenomeno piuttosto curioso: la carta a fibra leggera tende a mostrare eccessivamente i margini rifilati alla perfezione, soprattutto quando i ritagli vengono incollati su colori accesi e comunque in tinta unita. Al contrario, strappare i margini ed incollare crea un “Effetto Sfumino” sul fondo del supporto e il risultato estetico finale ne risulta decisamente migliore. Anche perché il bordo che avanza, anche se bianco, ha uno spessore talmente risibile che, una volta incollato, diventa praticamente invisibile.
Se proverete a realizzare un lavoro in carta di riso come quello in Lezione nr X, vi accorgerete senz'altro da soli quanto differente sia l'effetto di miscelazione fra pezzi di carta di riso strappati e incollati l'uno sull'altro, rispetto a quelli tagliati a filo con le forbici. In quest'ultimo caso, anche se in una texture monocromatica, i margini dei pezzi rifilati salteranno subito agli occhi. Perciò è buona norma strappare e sfilacciare pazientemente con le dita i bordi retti di un foglio di carta di riso, proprio per eliminarne il margine rifilato, nonché le eventuali stampigliature di marca del produttore, che non vorremo certo includere nella nostra opera! L'estetica del vostro oggetto decorato ci guadagnerà senz'altro.

 

Anche per il tovagliolino e la carta assorbente vale la medesima regola. Tuttavia, abbiamo visto che, a differenza della Carta-Velo o della carta di riso, questa è una carta multistrato, come i famosi fazzolettini per la toletta (e il raffreddore) o la più pragmatica carta igienica. Nei tovagliolini di carta, che spesso vantano disegni e decori meravigliosi, si trovano in realtà almeno tre strati di carta pressati e tenuti insieme da una punzonatura sui quattro lati del foglio: le bande laterali puntinate. La cosa importante da sapere è che soltanto uno dei tre o quattro strati è stato stampato! Gli altri sono pressoché bianchi (o colorati in tinta unita) e a stento hanno ricevuto qualche goccia di colore dal velo realmente decorato. Quando si lavora con i ritagli di tovagliolino, quindi, è necessario staccare i veli privi di decorazione da quello utile. Se non lo si fa, come purtroppo capita spesso ai neofiti, si finisce col vedere il proprio lavoro rovinarsi a causa della decorazione che, all'improvviso, si strappa o si distacca e viene via... Un colpo al cuore, dopo tanta certosina dedizione! Quindi, ricordatevi di dividere i veli dei tovaglioli una volta ritagliati i decori! All'inizio sembrerà difficile perché parti della banda laterale tengono i veli aderenti fra loro. Però, se inumidirete pollice e indice con una goccia di colla vinilica - o persino di saliva - e pinzerete fra le dita un angolo del ritaglio, vi accorgerete che i vari strati tenderanno a separarsi. Tirando molto delicatamente, riuscirete infine a liberare il velo decorato dalla morsa degli altri. E soltanto questo andrà incollato sul supporto.

§ Incollare i Ritagli  

Dopo la preparazione del supporto per ricevere colori e colla, comincia l'opera d'incollaggio dei ritagli di carta. Questa, dopo il ritaglio, è l'operazione più delicata perché in tale fase possono avvenire facilmente piccoli incidenti: “ponticelli” di carta che si spezzano, piccole lacerazioni, grinze... Ma niente paura, ogni problema di lieve entità può essere risolto facilmente. Andiamo con ordine.

 

Innanzitutto, la colla: dev'essere una vinilica a base d'acqua, piuttosto leggera a seconda del tipo di carta. Non a caso, in commercio troverete molti tipi di colla vinilica generalmente già pronta all’uso, da quella “Velo” per tovagliolini e carta di riso, passando per quella di media densità, destinata alla normale carta da decoupage, per finire con colle forti da cartonaggio o anche specifiche per doratura ed altre tecniche. Per tutte queste colle, comunque, la base non è mai sintetica (tipo Uhu o Pritt, per intenderci) ma acquosa. Ciò è molto importante perché la loro formulazione non altera i colori della carta, né ingiallisce ma ha una buona tenuta nel tempo. La colla vinilica, essiccandosi, ha la caratteristica di diventare gommosa, trasparente e lucida: è stata concepita per penetrare nelle fibre del legno e del cartone e quindi, a cascata, anche per questo tipo di lavori.

 
Idea: ...e se diluissi la colla vinilica in barattolo (tipo Vinavil)? Leggi ancora...
 

Il metodo migliore per incollare la normale Carta da Decoupage è quello di stendere la colla vinilica con un pennellino piatto a setole morbide (che, fra l'altro, non si rovinerà per molto tempo se avrete l'accortezza di pulirlo con sapone da piatti dopo ogni uso); mettete una goccia di vinilica sulle setole e poi stendetela con cura sul retro del ritaglio, quando ancora si trova adagiato sulla carta assorbente. Per tale ragione è buona norma abituarsi a tamponare i ritagli a faccia in giù, ossia col lato decorato non visibile.

 

Non serve attendere che il ritaglio “attacchi” di più, anche perché potrebbe essere necessario riposizionare una o più volte la figura sul supporto e la vinilica, essendo leggera e cremosa, vi dà il vantaggio di far scivolare la carta sulla superficie da decorare. Una volta posizionato il ritaglio, eliminate gli eccessi, le bolle e le sbavature di colla facendo scivolare delicatamente il pennellino appena bagnato di colla dal centro della superficie decorata verso i margini esterni, badando a non deformare la carta e a non spezzare i piccoli ponti di carta che potrebbero rappresentare, ad esempio, steli di fiori o riccioli di volute decorative.
In questo modo, la figura di carta prenderà la colla da ambedue le facce e la sua tenuta sarà perfetta.  

Che fare se nel frattempo si è formata una bolla ma il ritaglio è ormai incollato? Facile. Procuratevi uno spillo, la punta di un paio di forbicine sottili o anche la punta di una lama di cutter e incidete la carta per circa un millimetro su un lato della bollicina. Poi, col pennellino o anche un dito bagnato di vinilica da decoupage, spingete delicatamente l'aria attraverso il buchetto praticato. Forse si creerà qualche minuscola grinza ma, rispetto all'antiestetica bolla d'aria, il lavoro ne sarà enormemente avvantaggiato.

 

Noterete presto che, asciugando, la vinilica crea un alone lucido intorno alla figura incollata per effetto dell'eccesso di colla che ha debordato dai margini. Anche per questo è buona norma ripassare la colla sopra tutta la figura stessa, in modo da renderla lucida e minimizzare l'effetto antiestetico. Per non far percepire tale effetto, sarebbe opportuno passare una mano di colla vinilica su tutto l'oggetto, una volta che la decorazione a decoupage è conclusa. Il cosiddetto “annegamento” dei ritagli  incollati e le vernici protettive finali provvederanno infine a far scomparire del tutto gli aloni.

 
N.B.: Se intendete cimentarvi subito col decoupage classico, vi consiglio di provare a seguire la  Lezione nr 2  nella sezione apposita.
 

Per quanto riguarda tutti i tipi di carta più leggera, tuttavia, l'operazione di incollaggio dei ritagli è leggermente diversa, soprattutto perché sarà doveroso evitare di strappare le delicate fibre del tovagliolino o della carta di riso. In questi casi, il ritaglio va posizionato sul supporto con la faccia decorata in alto, ossia come dovrà apparire alla fine. Su di essa, non sul retro, andrà spennellata la leggera colla vinilica, e sempre con movimenti fluidi dal centro verso i margini della figura. Ricordate? La vinilica diventa trasparente, quindi non creerà problemi alla bellezza dei nostri sottili ritagli. In questo caso, però, è necessario spennellare con molta attenzione, senza dare eccessiva pressione al ritaglio per evitare che si strappi; inoltre, sarà davvero opportuno assicurarci che le setole del pennello siano morbide e flessibili, non secche e indurite da precedenti incollaggi o dall'usura.

 

Anche se si dovesse creare qualche piccolo strappo, uno spostamento della figura o altri lievi inconvenienti, si tenga conto che la punta del pennellino può velocemente rimettere le cose a posto, spingendo i due malcapitati lembi dello strappo a combaciare di nuovo, o spostando appena le fibre della carta, o anche spingendo via bolle d'aria ed eccessi di colla. Il vantaggio del lavoro con la vinilica è che impiega diversi minuti a diventare appiccicosa e, in quell'arco di tempo, si può operare senza particolari problemi per risolvere ogni difetto. Se intendete aiutarvi con la punta delle dita, ricordatevi di bagnarle prima con un po' d'acqua.

§ Annegamento dei Ritagli  

L'annegamento della carta è un processo di rifinitura piuttosto noioso ma necessario a dar lustro e valore al vostro lavoro. Infatti, la regola primaria del decoupage è quella di simulare una pittura laddove invece c'è un ritaglio incollato. Ebbene, annegare le figure significa far sì che, quando si passa un dito su di esse, non si percepisca lo scalino fra il ritaglio e la superficie dell'oggetto, proprio come accadrebbe se la figura fosse stata dipinta.
Tale differenza di altezze dà la misura di quanto sia pregevole un oggetto decoupato, in un rapporto inversamente proporzionale al pregio: in altre parole, quanto più si percepisce "lo scalino", tanto meno varrà l'oggetto. I grandi Decoupér sanno che per completare un oggetto di pregio ci vogliono decine, centinaia, talora migliaia di passaggi di vernice finale; e i loro lavori, in genere, non vengono venduti a poche decine di euro ma per parecchie centinaia! Il gioco vale la candela, per dir così, e se siete interessati a fare di questa forma di artigianato una vera arte, sappiate che un perfetto annegamento dei ritagli è un'operazione necessaria e imprescindibile.

 

Dunque, come fare? Cominciate dando quattro o cinque mani di vernice di finitura a base d'acqua, meglio se stesa con un buon pennello a setole morbide, che lasciano meno segni di passaggio. Lasciate asciugare bene fra una mano e l'altra, se avete fretta potreste anche aiutarvi con un phon per capelli. In ogni caso, i cicli di asciugatura dovrebbero allungarsi un po' a mano a mano che lo strato di vernice aumenta.
Dopo le prime 4 o 5 mani, si deve carteggiare l'intero supporto con della carta abrasiva a grana fine (normalmente di colore nero) tra 600 e 800. Il carteggio serve proprio ad assottigliare lo scalino che la stessa vernice ricrea passando fra i ritagli e il fondo; è chiaro che, quante più volte l'operazione di carteggio verrà effettuata, migliore sarà il livellamento della vernice che, se fosse vista in sezione, sarebbe più spessa sopra il fondo e più assottigliata sui ritagli. Così si crea, verniciando e carteggiando, la sensazione di una superficie perfettamente liscia: l'annegamento dei ritagli, appunto. Si calcoli che, mentre per le carte sottili ci si può limitare a dieci o venti mani di vernice ben carteggiata, con la carta “normale” e con quella spessa si deve almeno raddoppiare questo numero. Gli oggetti più belli sono così ben rivestiti che le figure paiono realmente come dipinte e vetrificate in un forno per ceramica. Ecco perché è fondamentale non lasciare antiestetici bordi intorno alla figura: si capirebbe il trucco!

 

La procedura è dunque questa: dare alcune mani di vernice, aspettando ogni volta che asciughi; poi carteggiare, avendo cura di non esagerare per non toccare la carta; poi riprendere a verniciare, di nuovo aspettando che ogni mano asciughi bene e, dopo altri quattro o cinque strati, carteggiare ancora; e così via finché le figure non siano più percettibili al tatto.

 

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