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Roma Est, 5 o 6 settembre 2018 - la Scia Spezzata

  La particolarità di queste due istantanee (250x400, 96 dpi, 24 bit), prese a Roma con un cellulare di marca ignota nel tardo pomeriggio del 5 o 6 settembre 2018, è che la signora ultrasessantenne che le ha scattate non è particolarmente interessata ai fenomeni fisici celesti, non più di tanta altra gente impegnata in altre e più congrue faccende quotidiane. Ma, pur essendo a conoscenza delle famigerate scie chimiche che, ormai da alcuni decenni, solcano i nostri cieli, a suo dire è rimasta molto impressionata da questa scia spezzata, grande, ben visibile, che tuttavia non era riconducibile alla caratteristica traccia di un aeromobile (scia di vapore o chimica, indifferentemente). Le ho chiesto se la scia fosse rimasta visibile a lungo ma mi ha detto che, pur non avendoci badato molto, dopo pochi minuti le sembrò essere scomparsa. Su questo non era sicura. Ma l'oggetto era così "strano" ed inconsueto che si è decisa a fotografarlo e poi mi ha inviato le immagini via whatsapp.
 

foto-A

 

OSSERVAZIONI

  Il cielo, perlomeno in quota, era particolarmente ventoso e perturbato da nubi di alta (cirri) e media altezza (cirrocumuli). Lo dimostra la grande diversità di forma dei cumuli, pur essendo intercorso un breve lasso di tempo fra i due scatti (foto A e B). Questa situazione si evidenzia poi nel secondo scatto dove, alla base della scia semiverticale, la forma della nube assume una curiosa forma pareidolica, quasi una sagoma angelica... particolare, questo, che sulle prime nemmeno io avevo notato, essendo più interessata a valutare la causa e la natura della scia in sé. Ho evidenziato la forma della nube sottostante nell'immagine del particolare, foto B1.
 

photo-B

 

photo-B1

 

  Come si vede, la scia sembrerebbe essere costituita da vapore e non da sostanze chimiche; con l'espansione, infatti, non si verifica il tipico “precipitato” a virgole sui margini. Inoltre, stando alle affermazioni della signora R.A., sarebbe svanita in breve tempo, caratteristica tipica della condensa. Dunque, se non si tratta di scia chimica, per sua natura molto protratta in lunghezza, più sottile e soprattutto persistente a lungo nel cielo, si potrebbe pensare all'emissione di un aeromobile. La traccia è, tuttavia, molto più larga della tipica scia di condensa emessa da un aereo civile ed inoltre presenta la caratteristica di essere spezzata nel tronco superiore, con una sorta di piccolo "collo a imbuto" in cima. Il fenomeno è bizzarro perché il vento, pur certamente presente per le osservazioni di cui sopra, non giustifica una dispersione di fumi di tale precisione e limpidezza: anche il vapore, quando si dissolve, tende comunque a "sfilacciarsi" o ad allargarsi sino a scomparire, come una leggera nebbia. Invece, qui il taglio è netto, preciso, come si evince nel particolare in foto B2.
 

photo-B2

 
  Ciò apre un nuovo scenario: se l'aeromobile che ha prodotto la scia non fosse stato in volo obliquo od orizzontale ma, piuttosto, verticale? Non sarebbe la prima scia verticale osservata al mondo... e prodotta da un ricognitore di natura non terrestre. Ammettendo il caso, un oggetto volante che viaggiasse verticalmente a rapidissima velocità potrebbe, in effetti, aver prodotto la scia di vapore in questione, che s'interrompe dove l'oggetto stesso sarebbe uscito dall'atmosfera planetaria. Si potrebbe anche ipotizzare la presenza di un aereo da caccia; tuttavia, la sua scia è simile per larghezza ed estensione a quella di tanti aeromobili civili. Ci sarebbe voluta un'intera pattuglia per creare un cilindro di quelle dimensioni, il che avrebbe comportato un certo frastuono nei cieli, frastuono di reattori che non è stato percepito affatto. Infine, anche se gli aerei da caccia possono raggiungere quote stratosferiche, non si spiegherebbe perché volasse verticalmente sopra la città di Roma (salvo per inseguire un altro velivolo diretto verso le regioni rarefatte dell'atmosfera) né la ragione per cui abbia interrotto la scia, che non sembra affatto di fumo, così come le pattuglie acrobatiche ci hanno abituato a vederlo.  

Questa scia spezzata resta quindi, almeno per ora, un mistero. Si possono mettere in campo infinite teorie (e speriamo non ci dicano che si tratta delle emissioni gassose di uno stormo di gabbiani migratori!) ma, come è ragionevole supporre, sarebbero comunque illazioni e teorie non provate, ivi incluse le mie. A me, che resto una pragmatica sognatrice, piace pensare che i nostri Amici visitatori lascino, di tanto in tanto, una traccia del loro passaggio, ben sapendo di attirare l'attenzione delle persone, anche di quelle che in genere non stanno tutto il giorno col naso all'insù. A questo proposito, riguardando con occhi meno disincantati l'immagine B1, mi è salito un brivido quando ho pensato alla figura pareidolica unita alla lama di luce dietro ad essa... Un arcangelo Michele trionfante, magari? ;D
 
 


et-ico  

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