Commento di M.Virginia su FB (appena cominciato):
“Complimenti, sono arrivata solo a pagina otto ma mi piace molto!”
R.: Grazie!
In effetti, esiste un "problema", per così dire, di tollerabilità, che nasce intorno al quarto - quinto capitolo. Mi è stato riferito che i successivi sono un po' lenti e, in parte, riconosco che è vero: avevo bisogno di inserire alcuni concetti filosofici e mi sembrava che il modo migliore per farlo senza annoiare a morte fosse quello di creare dei dialoghi fra i protagonisti (un espediente... platonico!). Ciò naturalmente "allunga la broda", ne convengo, ma non è, come si potrebbe dedurre, mortalmente noioso. Quel che non piace si può sempre saltare... Tanto più che, come tempo fa sottolineava una mia amica, grande lettrice di classici italiani e russi, è praticamente impossibile trovare un romanzo che non abbia delle parti lente! Concordo: una volta ho acquistato un famoso romanzo, alcune pagine del quale erano state colorate in blocco sul taglio, in modo da capire quando si poteva saltare del testo che non influisse sulla comprensione della trama... Più esplicito di così!
P.S.: no, non ho colorato il taglio delle pagine del mio libro... né, tanto meno, del mio PDF!
Commento di Carmen (una delle mie cavie):
“Nonostante l'attacco del primo capitolo e le implicazioni "toste" del finale, la storia sembra di quelle all'acqua e sapone, da ragazzine. E' vero che nel secondo romanzo le cose cambiano?”
R.: Sì e no. Nel secondo volume, Hybonyx - FERITA DA UN'ALA, vengono toccate tematiche più adulte, come l'affrancamento dai genitori, la sessualità nelle sue diverse accezioni e, soprattutto, il tema del viaggio che, di fatto, esprime il principio dell'esistenza da adulto, con le responsabilità e le decisioni difficili che ne conseguono; soprattutto, il viaggio è una concreta metafora della dolorosa ricerca di Lisa nei riguardi dell'amor perduto.
Cosicché quella che inizialmente pare una poco originale esperienza da adolescenti evolve ad un tratto, e sempre più velocemente, verso avvenimenti che sono fuori dalla portata dei “comuni mortali”, sia per l'improbabilità degli eventi che per la loro mera comprensione. Se è vero che sono tre ragazze di diciott'anni a partire per questa avventura, è altrettanto vero che non andranno soltanto a far campeggio e a sfidare orsi bruni. Ho costruito la storia dal loro punto di vista, quasi ingenuo, estatico e sbigottito di fronte all'universo degli adulti e degli Altri in senso più vasto.
In ogni caso, come a tutti noi, anche a loro serve una mente aperta e molta fede in ciò che non si può oggettivamente sperimentare per comprendere ed accettare l'ignoto. Lisa, già molto provata dall'esistenza, vuole arrivare a sfiorare quell'orizzonte che tanto la attira. Con tutta la sua determinazione si dedica a questo, traendone certamente molti problemi e turbamenti ma anche, in sovrappiù, una mentalità rinnovata e il desiderio prepotente di trasformare la sua vita in un viaggio entusiasmante che abbia davvero un senso. Su tutto incombe la silenziosa e vigile presenza di persone straordinarie, che qualcuno reputerebbe "angeli" ma che in realtà vivono, gioiscono e soffrono come coloro sui quali vegliano... Si vede bene che le tematiche superano quelle che si possono considerare ordinarie in materia di giovani alle prese con l'adolescenza.
Commento di Rosetta (altra mia cavia):
“C'hai proprio ragione, DOBBIAMO EVOLVERE!!!”
R.:
Sempre Rosetta, in altra occasione:
“Senti, ma lo sai che io c'ho TANTO da fare?!... E invece sto tutto il giorno col tuo libro aperto davanti alla faccia!”
R.:
(...E sto ancora ridendo! Che forza, Rosetta!)
Commento di Sara:
“Ho dovuto interrompere quando la madre di Lisa sta malissimo. Problemi personali, ovviamente, ma ho difficoltà a reggere quel carico di dolore...”
R.: Mamma mia. No, capisco benissimo ed è vero, la sofferenza della protagonista diventa, ad un certo punto, quasi insostenibile. Confesso che le mie quattro “cavie”, ovvero le eroiche e generose amiche che si sono offerte volontarie per leggere i primi due romanzi, mi hanno detto subito che la vicenda comporta una notevole dose di emotività. Si può ridere o sognare, certo, ma all'inizio in special modo la trama comporta un vero calvario, tanto duro da poter indurre alcuni a mollare la lettura... A tutti coloro che possiedono il libro e che, proprio per motivi psicologici o personali, inciampano nell'intolleranza al dolore, consiglio vivamente di saltare questa parte e di riprendere a leggere dal capitolo decimo, pagina 151, dove la vicenda umana di Lisa raggiunge il culmine e avviene una svolta radicale. Inizia qui la parte più avventurosa ed emozionante, oltre la quale si tende a far le ore piccole “per sapere come va a finire”.
Confesso che, per quanto attiene all'esperienza della giovane protagonista nei riguardi della malattia patita dalla mamma, mi sono tolta qualche sassolino dalla scarpa, per dir così: ci sono passata e si sente, eccome! Tuttavia, data la matrice particolare della storia, non potevo esimermi dal trattare con tanta familiarità questa esperienza poiché il gravoso dolore di Lisa Ranieri provoca e, in certo modo, avalla tutto ciò che dovrà accadere in seguito.
Commento di Angela, Elvis e tanti altri:
“Allora, a quando il secondo libro della serie? Voglio sapere che cosa accadrà a Lisa!”
R.: La buona notizia è che Hybonyx - Ferita da un'Ala è già scritto; quella meno buona: è piuttosto lungo, anche se si legge ancora più in fretta del precedente, e non riesco a trovare il modo di tagliarlo perché finirei col sacrificare qualcosa di concreto: la relazione psicologica fra le amiche, ad esempio, o parti di avventura... Non è facile decidersi ma, d'altronde, questa volta saremo intorno alle sei o settecento pagine. E, benché i "volumoni", come li chiama il mio editore, vadano abbastanza di moda, non vorrei spaventare qualche lettore!